Ecco qui, in
quest’opera del “Pictor optimus”, l’eterna utopia-incubo dell’uomo: possedere,
controllare la natura. In toto.
De Chirico
simboleggia ciò con un sole e una luna (cioè quella parte di natura che, pur
vicina e comune, più è intangibile e sfuggente) tenuti al guinzaglio.
Guinzaglio che li blocca a una stanza, quella del pittore, che precisa e
definita nei suoi elementi è però simbolica delle “stanze dell’anima” che tutti
abbiamo.
L’incubo è
accentuato dalla doppia presenza di sole e luna: oltre che nella stanza anche
in cielo, ma sempre con il guinzaglio a limitarne la libertà.
Questi astri
possono anche essere visti come metafore dell’essere umano: noi, uomini,
desiderosi (almeno inconsciamente) di librarci in alto ma legati a terra dalle
nostre convenzioni e ipocrisie.
Ultima
notazione: il sole e la luna nel cielo sono neri.
Nero. Lutto
siderale.
La speranza
è negata.
Genova, 24.04.1993
Giorgio De Chirico,
“Sole sul cavalletto”, dipinto, 1973, Fondazione Isa e Giorgio De Chirico, Roma