Disgraziato attimo follia pura
il mentire per nascondere a te.
Nascondere cosa poi? Mala cura
nomar onta ciò che onta non è.
Nel fondo obliata la verità
ho creduto di poter vivere,
ma negli occhi tuoi la mia empietà
costretta è stata a desistere.
Troppo sincero l’azzurro,
troppo forte l’amore mio
per ascoltare quel demonio
che dall’alto del suo carro
l’anima voleva chiusa.
Or prostrato ti chiedo scusa.
Genova, 15.05.1991
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